Il Salto. La Timpa immaginata

Raccontare la riserva naturale della Timpa di Acireale può sembrare facile, ma quando si è circondati da tanta bellezza il rischio è quello di cadere nei cliché senza riuscire ad andare oltre la meraviglia che si staglia davanti ai tuoi occhi. E, per chi come me ha avuto il privilegio di crescere qui, il gioco è ancora più difficile.

Il lavoro che è stato esposto alla mostra è in buona parte il frutto di una decostruzione del mio modo di vedere i luoghi della riserva. È, in altre parole, il frutto di un salto.

Questa parola non è stata scelta a caso: in primis perché la Timpa è, di fatto, un salto. Per la precisione, una scarpata di faglia di 80 metri che già per sua natura ti invita a guardare il paesaggio circostante dall’alto o ti costringe ad ammirarla dal basso in tutto il suo splendore. Poi è un salto temporale, perché contemporaneamente è memoria del passato contadino più recente, quello in armonia con la natura, e di ere geologiche lontanissime. Infine, le immagini che vedete vogliono essere un incoraggiamento per un salto in avanti collettivo. Abbiamo il dovere morale di immaginare e realizzare un territorio diverso e sostenibile per le generazioni future, ma questo lavoro non può che partire da una presa di coscienza della bellezza che ci circonda e del suo fragile equilibrio fra natura incontaminata e antropizzazione.

La sequenza di immagini si apre e si chiude nello stesso luogo ripreso all’alba e al tramonto, la Garitta di Santa Tecla. Una delle numerose torrette di avvistamento presenti lungo la costa. Percorre la riserva in lungo e in largo, soffermandosi sulle rocce con i maestosi basalti colonnari, sulla flora e la fauna e sull’area della Gazzena, esempio importantissimo di utilizzo del territorio perfettamente integrato con la natura. Non potrete fare a meno di notare i muretti a secco che proteggevano le coltivazioni dal mare, i terrazzamenti, le canalette per il trasporto dell’acqua (saie, dall’arabo) adagiate sulle rocce laviche, la rigogliosa macchia mediterranea. In tutte le foto l’essere umano non è mai protagonista, se non con le sue opere. Fa eccezione la penultima immagine, che raffigura un ragazzo in equilibrio precario sulla ‘ntinna a mari durante la festa della madonna di Santa Maria la Scala, mentre cerca di acciuffare il fazzoletto fissato alla fine del palo cosparso di grasso. Questa fotografia per me non documenta soltanto la festa che si tiene all’interno della riserva, che in questo caso fa da sfondo. Quel ragazzo siamo noi, sospesi in nel fragile e meraviglioso equilibrio tra uomo e natura che è la Timpa.

La mostra si è tenuta ad Acireale dal 3 all’8 agosto 2021 presso la Fortezza del Tocco ad Acireale.

Le immagini sono state scattate a partire dal 2014 e il progetto è ancora in corso.

Il Salto. La Timpa immaginata

Raccontare la riserva naturale della Timpa di Acireale può sembrare facile, ma quando si è circondati da tanta bellezza il rischio è quello di cadere nei cliché senza riuscire ad andare oltre la meraviglia che si staglia davanti ai tuoi occhi. E, per chi come me ha avuto il privilegio di crescere qui, il gioco è ancora più difficile.

Il lavoro che è stato esposto alla mostra è in buona parte il frutto di una decostruzione del mio modo di vedere i luoghi della riserva. È, in altre parole, il frutto di un salto.

Questa parola non è stata scelta a caso: in primis perché la Timpa è, di fatto, un salto. Per la precisione, una scarpata di faglia di 80 metri che già per sua natura ti invita a guardare il paesaggio circostante dall’alto o ti costringe ad ammirarla dal basso in tutto il suo splendore. Poi è un salto temporale, perché contemporaneamente è memoria del passato contadino più recente, quello in armonia con la natura, e di ere geologiche lontanissime. Infine, le immagini che vedete vogliono essere un incoraggiamento per un salto in avanti collettivo. Abbiamo il dovere morale di immaginare e realizzare un territorio diverso e sostenibile per le generazioni future, ma questo lavoro non può che partire da una presa di coscienza della bellezza che ci circonda e del suo fragile equilibrio fra natura incontaminata e antropizzazione.

La sequenza di immagini si apre e si chiude nello stesso luogo ripreso all’alba e al tramonto, la Garitta di Santa Tecla. Una delle numerose torrette di avvistamento presenti lungo la costa. Percorre la riserva in lungo e in largo, soffermandosi sulle rocce con i maestosi basalti colonnari, sulla flora e la fauna e sull’area della Gazzena, esempio importantissimo di utilizzo del territorio perfettamente integrato con la natura. Non potrete fare a meno di notare i muretti a secco che proteggevano le coltivazioni dal mare, i terrazzamenti, le canalette per il trasporto dell’acqua (saie, dall’arabo) adagiate sulle rocce laviche, la rigogliosa macchia mediterranea. In tutte le foto l’essere umano non è mai protagonista, se non con le sue opere. Fa eccezione la penultima immagine, che raffigura un ragazzo in equilibrio precario sulla ‘ntinna a mari durante la festa della madonna di Santa Maria la Scala, mentre cerca di acciuffare il fazzoletto fissato alla fine del palo cosparso di grasso. Questa fotografia per me non documenta soltanto la festa che si tiene all’interno della riserva, che in questo caso fa da sfondo. Quel ragazzo siamo noi, sospesi in nel fragile e meraviglioso equilibrio tra uomo e natura che è la Timpa.

La mostra si è tenuta ad Acireale dal 3 all’8 agosto 2021 presso la Fortezza del Tocco ad Acireale.

Le immagini sono state scattate a partire dal 2014 e il progetto è ancora in corso.