sotto la luce. il calzolaio

Ho percorso quella strada ogni giorno per 20 anni, guardando da fuori con curiosità quella bottega che, a dirla tutta, mi sembrava l’edicola votiva personale di qualche appassionato devoto. Poi un giorno è arrivato l’invito di una mia amica regista a girare un breve documentario su un anziano calzolaio che ancora a 80 anni, ogni mattina in giacca e cravatta, apre la sua bottega. Il signor Enzo Caratozzolo ha iniziato a lavorare sin da ragazzino, quando espresse ai suoi genitori il desiderio di voler imparare il mestiere di calzolaio.

“Oggi siamo pieni di scarpe. Prima invece ce n’erano poche.”

Erano altri tempi, quelli in cui le scarpe si fabbricavano per durare e, in caso di rotture, si riparavano. Durante la sua carriera in signor Caratozzolo ha creato migliaia di scarpe su misura per persone comuni e anche molto illustri, sulle quali tiene a mantenere ancora il massimo riserbo. Col passare degli anni e il boom del consumismo però il suo lavoro si è ridotto notevolmente fino alle sole riparazioni. La sua voce, quando parla del futuro del suo mestiere, assume un tono che è una via di mezzo fra l’amareggiato e il rassegnato. Nessuno vuole più imparare perché nessuno vuole più le scarpe su misura.

Enzo è anche un abile scultore. Quando non lavora alle scarpe scolpisce il legno per creare oggetti sacri e ornamentali. Entrare nella sua bottega è come passare in un’altra dimensione. Macchinari e attrezzi che mostrano il segno degli anni e del sudore, luci e immagini religiose che rendono quel luogo come sacro. Scopri che ogni angolo di quel posto è stato realizzato da lui ed è pieno di ricordi e di significati di una vita dedicata al lavoro, comprese le sue scarpe che durano da 16 anni.

Sarà chiaro a tutti che il signor Caratozzolo ormai non torna ogni giorno in negozio per guadagnarsi da vivere: “Il mio lavoro ormai è quasi finito. Ma se mi fermo è peggio, il sangue ormai è abituato. Non posso fare tante cose, ma quel poco stesso è meglio farlo.”

Arrivati a questo punto della lettura e alla fine della sequenza vi sarete accorti che manca un solo elemento, fondamentale. Le scarpe da lavorare.

“Una volta per fare un paio di scarpe ci stavamo un giorno. Dalla mattina fino alla sera, sotto la luce”.

Acireale, Sicilia.

sotto la luce. il calzolaio

Ho percorso quella strada ogni giorno per 20 anni, guardando da fuori con curiosità quella bottega che, a dirla tutta, mi sembrava l’edicola votiva personale di qualche appassionato devoto. Poi un giorno è arrivato l’invito di una mia amica regista a girare un breve documentario su un anziano calzolaio che ancora a 80 anni, ogni mattina in giacca e cravatta, apre la sua bottega. Il signor Enzo Caratozzolo ha iniziato a lavorare sin da ragazzino, quando espresse ai suoi genitori il desiderio di voler imparare il mestiere di calzolaio.

“Oggi siamo pieni di scarpe. Prima invece ce n’erano poche.”

Erano altri tempi, quelli in cui le scarpe si fabbricavano per durare e, in caso di rotture, si riparavano. Durante la sua carriera in signor Caratozzolo ha creato migliaia di scarpe su misura per persone comuni e anche molto illustri, sulle quali tiene a mantenere ancora il massimo riserbo. Col passare degli anni e il boom del consumismo però il suo lavoro si è ridotto notevolmente fino alle sole riparazioni. La sua voce, quando parla del futuro del suo mestiere, assume un tono che è una via di mezzo fra l’amareggiato e il rassegnato. Nessuno vuole più imparare perché nessuno vuole più le scarpe su misura.

Enzo è anche un abile scultore. Quando non lavora alle scarpe scolpisce il legno per creare oggetti sacri e ornamentali. Entrare nella sua bottega è come passare in un’altra dimensione. Macchinari e attrezzi che mostrano il segno degli anni e del sudore, luci e immagini religiose che rendono quel luogo come sacro. Scopri che ogni angolo di quel posto è stato realizzato da lui ed è pieno di ricordi e di significati di una vita dedicata al lavoro, comprese le sue scarpe che durano da 16 anni.

Sarà chiaro a tutti che il signor Caratozzolo ormai non torna ogni giorno in negozio per guadagnarsi da vivere: “Il mio lavoro ormai è quasi finito. Ma se mi fermo è peggio, il sangue ormai è abituato. Non posso fare tante cose, ma quel poco stesso è meglio farlo.”

Arrivati a questo punto della lettura e alla fine della sequenza vi sarete accorti che manca un solo elemento, fondamentale. Le scarpe da lavorare.

“Una volta per fare un paio di scarpe ci stavamo un giorno. Dalla mattina fino alla sera, sotto la luce”.

Acireale, Sicilia.